mercoledì 7 novembre 2012

Incontro Ra.Mi. - 6 NOVEMBRE 2012

"Alle radici della Fede"



- Il Credo - 




(1° incontro di spiritualità - un obiettivo chiaro, un progetto preciso, un'azione convinta



Io Credo
In Dio, Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito dallo Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agl’inferi,
il terzo giorno resuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica,
la comunione dei santi, la remissione dei peccati,
la resurrezione della carne, la vita eterna.
    Amen


1° PARTE: CATECHESI

Si è deciso, in questo nuovo ciclo d’incontri di spiritualità, di partire da questo Simbolo Apostolico – il Credo – perché costituisce la professione di fede che gli Apostoli, subito dopo la morte di Gesù, affermarono in occasione del Concilio di Gerusalemme, che fu un incontro tra le colonie dei Cristiani.
Alcune professioni di fede semplici, esistevano già in precedenza, quando Gesù era ancora in vita (ad es. “Gesù è il Signore” dalla Lettera ai Romani cap.10), ma è dal Concilio di Gerusalemme che proviene il Credo così come professato ancora oggi in seno alla Chiesa Cattolica. Il Credo prende il nome di “Simbolo”, perché in Grecia il simbolo (una tessera) veniva utilizzato nell’accordo tra due famiglie; questa tessera veniva spezzata in due e quando si stabiliva il patto queste due parti venivano ricongiunte (dal greco simbolo significa “mettere insieme”).
Il Simbolo è stato utilizzato dagli Apostoli perché è un oggetto che rimanda alla realtà presente.
In questo primo incontro ci soffermiamo sulla prima parte di questo Simbolo Apostolico: “IO CREDO”.
Per prima cosa bisogna osservare che in un discorso di fede c’è sempre un soggetto, una persona, e l’”IO” cui ci riferiamo qui va inteso come ogni persona, ognuno di noi che decide se stare in questo IO oppure no.
La parola “CREDO” deriva dall’indiano sanscrito e significa “porre fede”, ovvero aderire totalmente a qualcuno o qualcosa, in questo caso Dio.
Per i primi cristiani Dio è presente, innanzitutto, nella sua Parola, cioè nell’Antico Testamento; dunque aderire alla fede significava anche aderire alla Parola, e successivamente agli insegnamenti di Gesù e dei suoi discepoli.
Non si parla quindi di qualcosa di astratto, c’è un’identità precisa in questa Preghiera: professando il Credo mi abbandono totalmente a Dio.

La FEDE è una virtù teologale, soprannaturale e ci viene donata al momento del Battesimo; anche se donata, però, rimane un atto libero e personale che in parte dipende anche dalla nostra volontà di credere e quindi di alimentare la fede, una collaborazione col Signore.

Volontà e sentimento, però, non sono sufficienti in questo atto che deve essere sostenuto anche dalla RAGIONE.
Al riguardo Giovanni Paolo II, nell’Enciclica “Fides et Ratio” del 1998, afferma che fede e ragione sono le due ali che permettono allo spirito umano di innalzarsi verso contemplazione della verità: la sola ragione non consente di arrivare alla verità, ma lo stesso vale per la sola fede.
Altro aspetto della fede è che ci inserisce nell’Eternità, ci porta alla vita eterna attraverso il Battesimo, che ci permette di godere dell’Amore di Cristo.
La Pazienza è determinante nella fede, perché la verità è un qualcosa che ci viene svelato mano a mano, quindi l’abbandonarsi a Dio deve essere totale e costante.
Infine la fede si riceve per trasmissione, a partire dagli Apostoli che per primi hanno annunciato l’avvento di Cristo, la sua Resurrezione, e si riceve all’interno di una COMUNITA’: il cristiano sa che non può crescere nella fede in Dio se non con i suoi Fratelli, all’interno di quella comunità che fa capo alla Chiesa Cattolica.
 

2° PARTE: SPUNTI DI RIFLESSIONE

L’“Io Credo” rappresenta il cuore della professione di fede nell’ambito della Chiesa Cattolica.
Riprendendo l’immagine delle due ali, fede e ragione, un interrogativo che ci si potrebbe porre è:
“se non volessi volare?”, “se a me bastasse la sola ragione?”. Del resto è con la ragione che posso calcolare, progettare, difendermi, auto-conservami nella vita concreta.
Se non sento, se non vedo, se non tocco, come faccio ad affidarmi? Nella vita quotidiana sperimento la fiducia nei confronti di altre persone, che posso vedere e toccare, ma come faccio ad vere la stessa fiducia, fare lo stesso affidamento in qualcosa che no posso vedere né toccare?



Passo dei Vangeli Apocrifi:

Queste sono le parole segrete che Gesù il Vivente ha detto e Didimo Giuda Tommaso ha trascritto:
Egli disse: - Chiunque ascolterà queste  parole  non  gusterà  la morte.
Gesù disse: - Colui che cerca non cessi dal cercare, finché non trova e quando troverà  sarà commosso, e quando sarà stato commosso contemplerà e regnerà sul Tutto.
Gesù  disse: Se coloro che vi guidano vi dicono: «Ecco! Il Regno è nel cielo», allora gli uccelli del cielo vi saranno prima di voi. Se essi vi dicono: «Il Regno è nel mare», allora i pesci vi saranno prima di voi. Ma il Regno è dentro di voi ed è fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete che siete figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete voi stessi, allora sarete nella privazione e sarete voi stessi privazione.     
( dall’incipit del Vangelo di Tommaso) 


Conclusione:


Salmo 1
1 Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
2 ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
3 Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
4 Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
5 perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell'assemblea dei giusti.
6 Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.


Nessun commento:

Posta un commento