"Io sono colloquio"
Comunicazione e comportamento
(2° incontro del corso di formazione Ra.Mi.)
Scrittura Creativa
Quando si svolge attività nel sociale, le tante esperienze che
ci si trova a vivere vengono, ad un certo punto, a sovrapporsi, di conseguenza
diventa difficile anche riuscire a distinguere l’emozione provata in una
situazione piuttosto che in un'altra: paradossalmente l’altra faccia
dell’altruismo che si manifesta nell’incontro continuativo con l’altro consiste
nel cadere in un circuito di sedazione, ovvero in uno stato di distacco
dai propri bisogni e dalle proprie emozioni del qui e ora in quanto
disorientati dalla consapevolezza del quanto nel sociale ci sia bisogno di
aiuto.
E’ necessario, per superare questo stato, consapevolizzare i
nostri limiti in modo da renderci utili all’altro e instaurare un rapporto
d’aiuto proficuo senza perdere il contatto con i nostri bisogni, questo perché
per accogliere l’altro devo prima conoscere me stesso.
La scrittura creativa serve proprio a questo:
riprendere contatto con i propri bisogni ed emozioni partendo da semplici
esercizi come “mi piace - non mi piace” svolto lo scorso incontro o come la
favolistica e il racconto su cui si lavorerà che sono molto efficaci come
restituzione del concreto. Ognuno di questi lavori è una traccia che lasciamo
più o meno consapevolmente e che parla in ogni caso di noi e della nostra
storia, soprattutto di quella parte che non abbiamo fatto parlare.
Nascondere una parte di sé è un fenomeno che si realizza
quando ci troviamo vincolati dalle aspettative dell’altro verso di noi ( ad es.
se sono considerato dall’altro una persona profondamente altruista che non dirà
mai di no sarò ancora più portato ad essere sempre e comunque disponibile) che
condizionano il nostro modo d’essere.
Riprendendo i concetti già accennati nello scorso ciclo d’incontri,
sappiamo che uno degli assiomi della comunicazione è che è IMPOSSIBILE NON
COMUNICARE; infatti, i nostri gesti, la nostra postura e la nostra espressione
già di per se trasmettono qualcosa di me all’altro, anzi la nostra
comunicazione è per il 60-80% (a seconda delle scuole) non verbale.
Parte Esperienziale
1° fase: Silvia chiede ai partecipanti dell'incontro di
prendere carta e penna, e di scrivere, bello grande e in maiuscolo, dall'alto
in basso del foglio, il proprio nome. Una volta fatto, ci dà la consegna di
scrivere, per ogni lettera del proprio nome, una parola che ci rappresenti, la
prima che ci viene in mente. Tempo 10min, con accompagnamento musicale.
2° fase: Silvia chiede di scegliere un compagno e
successivamente di posizionarsi uno davanti l'altro. La consegna è di
scambiarsi i fogli con l'acrostico del proprio nome, osservarsi per un po di
tempo ed infine scrivere per ogni
lettera del nome del compagno una parola che lo rappresenti. Tempo 10min, con
accompagnamento musicale.
3°fase: Silvia chiede di restituire il foglio al possessore
originario e - per chi lo volesse fare - di leggere ciò che l'altro ha scritto.
L'esperienziale si conclude ringraziando il compagno che ha condiviso
l'esercizio.
Quando si svolge attività nel sociale, le tante esperienze che
ci si trova a vivere vengono, ad un certo punto, a sovrapporsi, di conseguenza
diventa difficile anche riuscire a distinguere l’emozione provata in una
situazione piuttosto che in un'altra: paradossalmente l’altra faccia
dell’altruismo che si manifesta nell’incontro continuativo con l’altro consiste
nel cadere in un circuito di sedazione, ovvero in uno stato di distacco
dai propri bisogni e dalle proprie emozioni del qui e ora in quanto
disorientati dalla consapevolezza del quanto nel sociale ci sia bisogno di
aiuto.
E’ necessario, per superare questo stato, consapevolizzare i
nostri limiti in modo da renderci utili all’altro e instaurare un rapporto
d’aiuto proficuo senza perdere il contatto con i nostri bisogni, questo perché
per accogliere l’altro devo prima conoscere me stesso.
La scrittura creativa serve proprio a questo:
riprendere contatto con i propri bisogni ed emozioni partendo da semplici
esercizi come “mi piace - non mi piace” svolto lo scorso incontro o come la
favolistica e il racconto su cui si lavorerà che sono molto efficaci come
restituzione del concreto. Ognuno di questi lavori è una traccia che lasciamo
più o meno consapevolmente e che parla in ogni caso di noi e della nostra
storia, soprattutto di quella parte che non abbiamo fatto parlare.
Nascondere una parte di sé è un fenomeno che si realizza
quando ci troviamo vincolati dalle aspettative dell’altro verso di noi ( ad es.
se sono considerato dall’altro una persona profondamente altruista che non dirà
mai di no sarò ancora più portato ad essere sempre e comunque disponibile) che
condizionano il nostro modo d’essere.
Riprendendo i concetti già accennati nello scorso ciclo d’incontri,
sappiamo che uno degli assiomi della comunicazione è che è IMPOSSIBILE NON
COMUNICARE; infatti, i nostri gesti, la nostra postura e la nostra espressione
già di per se trasmettono qualcosa di me all’altro, anzi la nostra
comunicazione è per il 60-80% (a seconda delle scuole) non verbale.Parte Esperienziale
1° fase: Silvia chiede ai partecipanti dell'incontro di
prendere carta e penna, e di scrivere, bello grande e in maiuscolo, dall'alto
in basso del foglio, il proprio nome. Una volta fatto, ci dà la consegna di
scrivere, per ogni lettera del proprio nome, una parola che ci rappresenti, la
prima che ci viene in mente. Tempo 10min, con accompagnamento musicale.
2° fase: Silvia chiede di scegliere un compagno e
successivamente di posizionarsi uno davanti l'altro. La consegna è di
scambiarsi i fogli con l'acrostico del proprio nome, osservarsi per un po di
tempo ed infine scrivere per ogni
lettera del nome del compagno una parola che lo rappresenti. Tempo 10min, con
accompagnamento musicale.
3°fase: Silvia chiede di restituire il foglio al possessore
originario e - per chi lo volesse fare - di leggere ciò che l'altro ha scritto.
L'esperienziale si conclude ringraziando il compagno che ha condiviso
l'esercizio.