martedì 25 ottobre 2011

3° INCONTRO - 25 OTTOBRE 2011


"Lia Trancanelli"


la fede nella quotidianità


(1° "VOCI FUORI DAL CORO": STORIE DAL MONDO) 




Per il terzo incontro di questo nuovo anno, i Ra.Mi. e i loro amici, hanno avuto l'onore di poter incontrare Lia Trancanelli e di ascoltare, con infinita ammirazione, la sua testimonianza di fede e...di Vita.

"io me ne starei tranquillamente a casa, è Dio mi ha chiesto di raccontare la vita di Vittorio"

Lia, è la moglie di  Vittorio Trancanelli.
Si fidanzano giovanissimi, già con la prospettiva di un matrimonio cristiano.
L'idea di entrambi era quella di partire per l'Africa per praticare del volontariato lì, ma la vita aveva deciso diversamente. Poco dopo il matrimonio Lia scopre di essere incinta, ma perde il bambino, e Vittorio, ormai laureato in medicina, scopre di essere malato di colite ulcerosa. Lia rimane nuovamente incinta, ma poco prima della nascita del bambino, Vittorio si ammala gravemente; la colite ulcerosa era finita in peritonite; sopravvive per miracolo all'intervento, dal quale nessuno si aspettava questo risultato.

"(...) i colleghi parlavano delle vacanze: "Quest'anno devo mettere una vela in più sulla barca", "Io voglio cambiare località", "Io voglio comprare un motoscafo", Vittorio operava e ascoltava, poi dice: "Ragazzi, domani non vengo in ospedale". "Vitto'... che devi fare?". "Vado dal giudice". "Dal giudice? A fare che?". "Vado a prendere un altro bambino in affido". In sala operatoria si fa silenzio. Vittorio alza la testa e dice "Io e mia moglie ci divertiamo così, non vi preoccupate ragazzi".

Dopo la nascita di Diego, Lia e Vittorio scelgono di intraprendere un cammino fatto di amore per il prossimo, per i più deboli. Prendono in affido 2 bambini, ai quali, dopo circa 8 anni se ne aggiunge una terza: una bimba somala (Nadia) diabetica,(4 insuline al giorno) che dopo alcuni anni passati nella famiglia di Lia e Vittorio, diventa autonoma nella gestione della malattia e decide di tornare in famiglia. Al contempo, in ospedale una donna in fin di vita, chiede a Vittorio di potersi prendere cura di sua figlia Alessandra di 18 anni. Successivamente, accoglieranno in casa anche una giovane donna con i suoi 4 bambini; è così che decidono di proporre ai parrocchiani il loro "stile di vita". Decidono così di aprire a Cenerente,  una comunità, "Le querce di Mamre", dove senza distinzione di razza, etnia e religione, accolgono ogni famiglia che necessiti di aiuto.

"Le mamme che vengono nella nostra comunità, sono donne abbandonate dai mariti, che hanno subito violenze e non sono tutelate da nessuno. Le aiutiamo con i documenti e le seguiamo durante la gravidanza e nel parto. Preghiamo insieme, cuciniamo, dialoghiamo e così imparano l'italiano. Cerchiamo poi di inserirle dignitosamente nella società. Alcune ci hanno chiesto di diventare cristiane a causa delle privazione e delle violenze subite dai dogmi religiosi delle loro terre d'origine."

Vittorio, nonostante la sua malattia lo debiliti fortemente, continua senza sosta a svolgere la sua professione di chirurgo ed è pronto a correre in ospedale a qualsiasi ora del giorno e della notte: ogni qual volta fosse necessario il suo intervento. Non rifiuta mai una visita e nessuno. Otre al essere medico, Vittorio studia da solo ebraico, aramaico e archeologia. Prima della sua morte, volle vedere tutta la sua famiglia. Morì a soli 54 anni il 24 giugno 1998.


La testimonianza di Lia e della vita di suo marito, è stata un vero dono per tutti noi. Un qualcosa di cui fare tesoro. Una vita dedicata interamente al prossimo, al debole, all'ultimo; una vita di fede, dedicata e ancorata soprattutto a Dio.

"Quello che vorrei di dire ai giovani. Se sentite nel cuore che c'è qualcosa che volete realizzare, fatelo! Non aspettare troppo che potrebbe essere tardi... quante cose avremmo voluto fare io e mio marito."

"Pregate, pregate tanto Dio. E quando lo fate, non pregate solo per i vostri desideri, ma per ciò che Dio vi affida, anche le cose che vi sembrano terribili. Quando Vittorio morì, e dopo alcuni anni mio figlio Diego si trasferì negli USA, rimasi tristemente sola. Dopo alcuni anni capii l'importanza del piano di Dio, mi sarei troppo attaccata a mio figlio, come unico appiglio, e non sarei potuta "crescere". Se non avessi creduto nel Signore, non sarei riuscita a vivere. La mia famiglia sono stati i bambini adottati e le donne di Mamre."

martedì 18 ottobre 2011

2° INCONTRO - 18 OTTOBRE 2011

"Il Circo della farfalla"

(presentazione/condivisione) 


Dopo  “un caffè con i Ra.Mi.” della scorsa volta, ci siamo ritrovati per un incontro di presentazione/condivisione! 
Abbiamo iniziato con qualche piccolo gioco di movimento per scaldarci e per spronarci a conoscere meglio l’altro. Per farvi capire:  prima schierandoci a destra ed a sinistra a seconda delle nostre preferenze, poi un po’ di numeri di scarpe, date di nascita, taglio delle unghie  gridati per la sala nel tentativo di ordinarci ed alla fine abbiamo preso posto nel grande cerchio dove finalmente abbiamo conosciuto per bene (in 5 min) e poi presentato a tutto il gruppo il compagno alla nostra destra. 
Insomma, una piccolo momento, ma che ci ha resi un cerchio più stretto. 

Il tema scelto per la serata era: LA MISSIONE, nell'accezione più ampia possibile! Cos’è per ognuno di noi la missione? Come e quando la viviamo?

E’  stato proposto un breve cortometraggio, “Il circo della farfalla”



Da questo bellissimo e significativo cortometraggio abbiamo tratto vari spunti nella successiva  condivisione. Ed ora, parlavi di ciò che è stato detto da ognuno di noi non è cosa facile.. soprattutto riassumere dato che l’incontro è terminato allo scoccare della mezzanotte.

In breve...secondo noi, Missione è: essere sé stessi  in mezzo agli altri, quando ti trovi nei vari gruppi (amici, parenti, classi, attività di volontariato), sentirti bene in quel che fai e poter creare un po’ quell’unità che spesso manca in un gruppo. Ricollegandoci al video, alcuni di noi hanno rivisto nel direttore del circo Dio e Will potrebbe essere ognuno di noi... Lui ci accompagna sempre, anche nel momento in cui non ci sentiamo considerati per niente. Accompagna tutti i suoi attori circensi nel loro spettacolo e durante le esibizioni lungo la strada, ma inizialmente giunge a loro, nelle loro difficoltà, nel momento in cui toccano terra. Propone a ognuno di loro un abito nuovo, un vivo colore con cui ridipingere la propria esistenza.  All’inizio quando Dio ti si avvicina neanche lo riconosci e gli sputi in faccia (quando il direttore del Circo della Farfalla si avvicina a Will per la prima volta).  Per Will sembra non esserci alcuna possibilità di esibirsi, di prender parte come tutti gli altri al circo: “il circo-la vita non è fatta per mostrare le nostre deformità, i nostri limiti; ma bensì per far gioire il pubblico con le nostre destrezze, per dimostrare che anche l’impossibile è raggiungibile!”. Vivere-sopravvivere sui nostri handicap, trovar compassione mostrandoli, a breve determinerà la morte dell’anima. Solo nello scoprirli, nello sfidarli una volta, quotidianamente rinasceremo, torneremo a respirare quell’ossigeno così vitale dopo una profonda apnea, che ci dona quel sorriso, quella carica alla vita. Abbiamo l’opportunità di risorgere, di trarre il meglio dalle nostre imperfezioni, tutto sta nel  vederle e nel far questo ringraziamo gli altri, tutti coloro che ci stanno intorno perché spesso è grazie a loro che scrutiamo più a fondo noi stessi. Missione è anche riscoprire sé stessi attraverso gli altri. Un brusco e gelido NO, il vietarci di far qualcosa ferisce la nostra sensibilità, ma aiuta a metterci in gioco, a rialzarci. Il direttore del circo dopo averci messo duramente alla prova ci grida “più dura è la lotta, più grandioso il trionfo!” … ed anche Lui gioisce e si commuove  insieme a noi.

Ogni giorno è una nuova avventura, una nuova scoperta, essere in missione è come essere in cammino. Tra ostacoli da superare e tempi avversi da affrontare i nostri passi si regolano, si allineano, si scostano dalle orme che ci precedono e si tornano ad unire poi, tracciano nuovi sentieri perché gli orizzonti di ieri  sono già passati. E’ bello essere in cammino con tutti voi…   sentiamoci parte di quella carovana in viaggio e del coinvolgimento di ogni paese dove ci venga data la possibilità di fermarci!

martedì 11 ottobre 2011

1° INCONTRO - 11 OTTOBRE 2011

"Un caffé con i Ra.Mi."

Primo incontro di questo nuovo anno Ra.Mi. dedicato a chi voleva conoscere i Ra.Mi., il loro fare volontariato, i viaggi di missione e le motivazioni che li spingono a lottare per un mondo migliore.
Un caffè, una canoa che viaggia, alcune parole e tanta voglia di emergere. Questi gli elementi che hanno accompagnato questo primo
appuntamento con i Ra.Mi....tantissimi i giovani che hanno risposto al nostro appello!